| Se c’è stata una finale tanto brutta quanto Porto-Sporting Braga non lo sappiamo. O forse non vogliamo ricordarcelo. Certo è che l’atto decisivo più inatteso, quello di Europa League tra le due portoghesi, finisce con l’esito più scontato: il trionfo dell’armata di André Villas Boas. Il tutto, però, con uno svolgimento piatto e scialbo. Tatticismi, sbadigli e poca voglia di dare spettacolo. Una somma capace di partorire soltanto un 1-0 con gol di Falcao. Evidentemente José Mourinho ha fatto scuola più di quanto non si pensi, soprattutto in terra lusitana.
PORTO CONFERMATO, BRAGA COPERTO - André Villas Boas conferma la formazione delle ultime settimane, dovendo fare a meno degli infortunati Fucile, Cristian Rodriguez e Mark Gonzalez. Il modulo resta il classico 4-3-3 con Fernando davanti alla difesa e il tridente Hulk-Falcao-Varela. Domingos Paciencia risponde con un 4-4-2 molto coperto in difesa, dove Paulao e Alberto Rodriguez fanno i centrali e Miguel Carcia e Silvio gli esterni. Hugo Viana parte da sinistra, mentre gli attaccanti sono Alan, Lima e Paulo Cesar.
POCHE EMOZIONI, MOLTO FALCAO - Il match parte su buoni ritmi e con una ghiottissima occasione per Custodio, che al 4’ si trova solo davanti a Helton sugli sviluppi di un corner e la mette clamorosamente a lato. L’inizio però è ingannevole. Lo Sporting Braga dopo la prima chance si chiude in difesa a coprire gli spazi intelligentemente. Con la difesa alta e la squadra compatta, l’ideale per togliere al Porto l’arma principale: la ripartenza negli spazi larghi. Il risultato è soddisfacente per Domingos Paciencia, deludente per il pubblico. Perché di bel gioco se ne vede davvero poco. Al 7’ ci prova Hulk con uno spunto dei suoi, al 31’ Varela sbaglia una facile incornata. Tutto il resto del primo è noia pura. Ma proprio quando le speranze sono finite, arriva Falcao. Al 44’ Alberto Rodriguez perde un pallone semplice in fase di disimpegno, Guarin la mette dentro con un gran traversone e Falcao insacca con un clamoroso colpo di testa il 17esimo gol nella competizione (in sospetto fuorigioco). Si va all’intervallo con il Porto avanti e una seria ipoteca sul match da parte degli uomini di André Villas Boas.
SOLO UN BRIVIDO NELLA RIPRESA - Paciencia opera subito due cambi dopo l’intervallo. Se ne vanno il pessimo difensore centrale Rodriguez (rimpiazzato da Kakà) e per una scelta abbastanza anomala anche Hugo Viana, il centrocampista di maggiore qualità, al posto del quale c’è Mossorò. Proprio quest’ultimo dopo pochi secondi potrebbe pareggiare, sfruttando una palla persa da Fernando. Ma a “tu per tu” con Helton calcia sul piede destro del portiere del Porto. La partita, comunque, non decolla. Qualche calcione a centrocampo, poco calcio in generale. E un Porto che si limita al compitino. Al 65’ lo Sporting Braga termina i cambi con Meyong al posto di Lima e si va così alle battute finali. Passano 7’ e Sapunaru viene graziato dall’arbitro, che non estrae il secondo giallo nonostante un fallo marchiano a centrocampo. Villas Boas risponde con Belluschi per Guarìn e James Rodriguez per Varela. Il Porto si chiude ancora di più e porta a casa il risultato senza ulteriori patimenti.
SPECIAL ONE NEL MIRINO – Il Porto trionfa contro una squadra organizzata in modo più che degno a livello tattico, ma tremendamente inferiore a livello tecnico. Villas Boas, insomma, ha fatto il compitino nella finale irlandese, un match che di meraviglioso ha avuto soltanto lo stadio (il nuovo impianto di Dublino) e il colpo di testa decisivo di Falcao. Ma se si parla di titoli, anzi “tituli”, il Porto è la squadra dell’anno o giù di lì. Villas Boas, alla prima stagione da tecnico in prima condotta dall’inizio alla fine, ha vinto tutto quello che poteva vincere. Supercoppa e campionato portoghese più Europa League. Ma non è finita, perché domenica si giocherà anche la Coppa del Portogallo. Ancora meglio del “triplete” del maestro Mourinho...
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